Disbiosi intestinale: che cos’è e come diagnosticarla? L’esperto risponde
15 Febbraio, 2023
La disbiosi intestinale è una condizione di squilibrio nella composizione e nella funzione del microbiota, vale a dire della “flora batterica”, quell’insieme di microrganismi che vivono all’interno del nostro intestino.
Questi microrganismi sono batteri, virus e funghi presenti nella nostra mucosa intestinale: molti di questi microrganismi svolgono funzioni benefiche aiutandoci nella difesa dalle infezioni di microbi dannosi, contribuendo alla sintesi di sostanze utili e alla produzione di nuove molecole per il nostro organismo.
Ogni individuo possiede il proprio microbiota e il numero di geni totale che lo compongono è 100 volte superiore a quello del genoma umano. L’equilibrio del microbiota è essenziale per gestire il benessere del nostro organismo, soprattutto nelle seguenti condizioni:
- Disturbi digestivi / intestinali
- Sovrappeso / controllo del senso di fame e sazietà
- Gravidanza / allattamento
- Menopausa / osteoporosi
- Produzione di energia / sviluppo del muscolo
- Disturbi della pelle
- Ansia, stress, insonnia
La disbiosi può essere causata da una crescita eccessiva di batteri “cattivi” all’interno dell’intestino, che ne provocano l’irritazione e può avere ripercussioni sul nostro benessere quotidiano.
Da cosa può essere causata la disbiosi?
Le cause che possono dare origine alla disbiosi sono molte, tra le più comuni e generiche abbiamo la cattiva alimentazione, stress psico-fisico, abuso di farmaci (antibiotici e anti-secretori) ed età, oltre a condizioni patologiche specifiche del tratto gastro – intestinale, malattie infiammatorie croniche, obesità, tumori e colite.
Quali sono i sintomi della disbiosi?
La disbiosi si manifesta principalmente con dolore addominale, gonfiore, meteorismo, flatulenza, diarrea o stitichezza. L’irritazione causata dalla disbiosi, infatti, può portare a disturbi legati alla digestione e ad alcune intolleranze alimentari indirette, ossia a quelle non direttamente legate a un uno specifico alimento. A causare ciò sono i villi intestinali che, infiammati, non riescono più ad assorbire tutte le sostanze che ingeriamo. Per intervenire su questo tipo di intolleranze è necessario trattare l’infiammazione causata dalla disbiosi.
Come si fa a diagnosticare una disbiosi?
Per diagnosticare la disbiosi, e quindi poter intervenire con una cura specifica, vi sono test di laboratorio che si basano sull’analisi dei ceppi di batteri che sono presenti nelle feci. Presso SYNLAB Santa Maria è possibile effettuare myBIOME, un test di sequenziamento metagenomico che esegue uno studio approfondito di tutto il patrimonio genetico appartenente ai microrganismi intestinali. Questo test è in grado di analizzare il 100% dei microrganismi presenti, determinare gli equilibri fra specie diverse ed evidenziare situazioni di squilibrio da correggere.
Come curare o prevenire la disbiosi?
Per curare e/o prevenire la disbiosi bisogna per prima cosa agire seguendo una corretta alimentazione, povera di zuccheri e grassi e ricca di fibre, vitamine (come la vitamina D) e polifenoli.
Oltre alla dieta, nella rimodulazione del microbiota intestinale un ruolo cruciale è svolto da un sano stile di vita: regolare attività fisica, gestione dello stress, giusto tempo dedicato al sonno ed evitare fumo e l’alcool. È possibile anche riequilibrare il microbiota intestinale attraverso l’assunzione di probiotici, cioè batteri benefici come i Lattobacilli e i Bifidobatteri.
Per maggiori informazioni scrivere a info.vobarno@synlab.it
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